ACIDI GRASSI

Prima di iniziare a parlare del sapone, di come funziona e di come si fa a produrlo con gli strumenti semplici a nostra disposizione occorre fare ancora una premessa sugli elementi di base che concorrono alla formazione del sapone. Anche questo è un argomento un po’ complicato, ma è veramente importante, se lo capiamo bene capiamo le cose che servono del sapone ed evitiamo molti errori e luoghi comuni.

Il sapone è un sale che si ottiene dalla reazione tra un trigliceride e l’idrossido di sodio o anche con un’altra qualsiasi base forte, come ad esempio l’idrossido di potassio o l’ammoniaca. Noi concentriamoci sull’idrossido di sodio (soda caustica) perché ci occuperemo di saponi solidi. Questa reazione, che viene chiamata reazione di saponificazione, in realtà avviene in due stadi: nel primo stadio un trigliceride si scinde in acidi grassi e glicerina, sotto l’azione dell’ambiente fortemente basico nel quale si trova, nel secondo invece gli acidi grassi formatisi nel primo reagiscono con la soda e formano i sali di sapone. Il primo stadio è lento, mentre il secondo è molto veloce, quasi istantaneo.

In fondo a questa sezione è spiegato cosa sono i trigliceridi, gli acidi grassi, ed il glicerolo, comunemente chiamato glicerina.

Facciamo ora un esempio semplice per capire questa reazione: immaginiamo una dea Kalì dotata di solo tre braccia che se ne va in giro per strada. La dea Kalì rappresenta nel nostro esempio una molecola di glicerolo o glicerina che dir si voglia. La dea passeggiando incontra tre giovani ragazzi, due maschi ed una femmina, i maschi sono l’uno bruno e l’altro biondo. I ragazzi nell’esempio rappresentano tre diversi tipi di acidi grassi.

Appena i ragazzi vedono la dea, simbolo del materno, le si avvicinano e le stringono saldamente la mano, uno per ogni braccio, come tutti i piccoli fanno con la propria madre. Nel nostro esempio la dea con i tre ragazzi rappresenta una molecola di trigliceride. In natura gli acidi grassi difficilmente restano liberi, ma si combinano col glicerolo per formare i trigliceridi. Ed infatti nel nostro esempio appena la dea incontra i ragazzi si forma un bel quartetto.

Fa caldo, molto caldo e si suda. I quattro passano accanto ad una piscina e tutti assieme si buttano in acqua per rinfrescarsi, sempre tenendosi strettamente per mano. Ad un certo punto qualcuno butta in acqua tre palline colorate di giallo le quali immediatamente attirano la curiosità dei ragazzi. Le tre palline rappresentano nel nostro esempio tre molecole di soda caustica. La dea cerca di tener stretti i ragazzi, ma il richiamo delle palline è troppo forte: per prima si distacca la ragazza, la più scattante, e nuota verso una pallina, afferrandola saldamente. Poi il ragazzo biondo, un po’ meno veloce, ed infine quello moro, un po’ cicciottello ed imbranato. Tutti e tre riescono ad afferrare la propria pallina e la dea resta sola nell’acqua della piscina.

Nel nostro esempio i ragazzi con la pallina rappresentano tre sali di sapone che si sono formati e tutto l’accaduto è la reazione completa di saponificazione: senza il contributo delle palline (la soda) non sarebbe accaduto nulla, la dea avrebbe tenuto per mano saldamente i tre ragazzi, cioè il trigliceride sarebbe rimasto nel suo stato iniziale. La presenza invece della soda permette il distacco degli acidi grassi (prima parte della reazione) e successivamente la formazione dei sali di sapone (seconda parte della reazione).

La reazione di saponificazione è tutta qui, non è una cosa difficile…ed il sapone che noi otteniamo facendo reagire oli con acqua e soda è in realtà una miscela di sali di sapone, glicerina ed acqua.

Da questo esempio però traiamo subito una prima considerazione basilare: il sapone che si è formato è costituito dai sali degli acidi grassi. Quindi esso non dipende dai trigliceridi di partenza, cioè dagli oli impiegati, bensì solo dagli acidi grassi in essi contenuti. Ad esempio possiamo trarre l’acido oleico dall’olio di oliva oppure dall’olio di avocado o anche da quello di noccioli di albicocca, in tutti i casi ne verrà fuori un oleato di sodio cioè esattamente lo stesso sale di sapone.

Non esistono, con le poche dovute eccezioni, oli particolari, capaci di conferire proprietà particolari al nostro sapone, non esistono oli o grassi “nutrienti” parola accattivante che nel nostro immaginario sembra avere il potere di conferire al sapone caratteristiche straordinarie, che, però, non hanno alcun riscontro scientifico.

Quasi tutti gli oli/grassi contengono gli stessi acidi grassi, di cui parleremo diffusamente di seguito, pochi tipi di acidi grassi e sempre gli stessi, i quali reagendo danno esattamente i medesimi sali di sapone, solo in proporzioni differenti.

Quali sono le eccezioni? la più importante di tutte è l’acido laurico contenuto in pochissimi grassi (olio di cocco, di babassu, olio di noccioli di palma e qualche altro olio tropicale, in forte percentuale ed in misura invece molto inferiore nel burro di latte e nell’olio di alloro). Poi c’è l’acido ricinoleico, contenuto solo nell’olio di ricino, l’acido erucico nell’olio di colza e pochi altri ancora. In particolare gli oli contenenti il laurico ed il ricinoleico fanno categoria a se e contribuiscono a conferire al sapone una caratteristica fondamentale: la solubilità e la schiumosità. Ma, al di là di queste poche eccezioni tutti gli oli che normalmente usiamo contengono acidi grassi perfettamente eguali, ma in differenti proporzioni, e conducono a sali di sapone esattamente identici.

L’unica cosa che caratterizza veramente un olio come diverso da tutti gli altri sono le cosiddette sostanze “insaponificabili“, quelle cioè che non reagiscono con la soda e non danno sali di sapone. Queste sostanze (tutte o quasi le componenti odorose, e moltissime sostanze cosmeticamente interessanti) sono caratteristiche di ciascun olio e gli conferiscono proprietà particolari.

Ma noi usiamo il sapone per lavarci e non certo come una crema cosmetica per il corpo.

Quindi è inutile e dispendioso fare il sapone usando oli pregiati e costosi, che arrivano magari da tanto lontano con nomi suadenti, tanto vale usare pochi semplici oli/grassi, in buona parte facilmente disponibili ed economici, e nel seguito impareremo a capire quali. In particolare un solo olio è fondamentale e siamo costretti a servircene, anche se proviene da lontano: l’olio di cocco.

Adesso però dobbiamo approfondire un po’ meglio cosa sono e come sono fatti tutti i vari partecipanti alla reazione di saponificazione.

GLI ACIDI GRASSI

Un acido grasso è come un trenino, composto da una locomotiva e da tanti vagoni in fila. La locomotiva rappresenta la testa dell’acido grasso, quella parte della molecola che gli conferisce la componente acida, che libera cioè ioni idrogeno. I vagoni invece rappresentano la catena di atomi di carbonio dell’acido grasso, la quale può essere più o meno lunga (da un minimo di 4 atomi di carbonio ad un massimo di 22, sempre in numero pari, però i più comuni e frequenti vanno da 12 a 18 atomi di carbonio).

I vari vagoni possono essere legati tra loro tramite un solo respingente oppure due respingenti, cioè la catena può avere tutti legami singoli che legano gli atomi di carbonio (dando origine agli acidi grassi saturi), un solo legame doppio e tutti gli altri singoli (acidi grassi monoinsaturi) ed infine due o tre legami doppi e gli altri singoli (acidi grassi polinsaturi): se comprate una bottiglia di olio di semi trovate la sua composizione in acidi grassi stampata sull’etichetta, secondo queste tre categorie. La presenza dei doppi legami nell’acido grasso è molto importante, perché è strettamente legata ad un fenomeno molto sgradito che si chiama irrancidimento: più doppi legami ci sono in un olio o in un sale di sapone più è probabile che essi irrancidiscano. E’ quindi cosa di importanza fondamentale, prima di usare un qualsiasi grasso per fare il sapone avere un’idea abbastanza vicina al vero di quali acidi grassi esso contenga. Di seguito possiamo fare una panoramica in questo senso su alcuni oli/grassi utilizzati per fare il sapone:

contenuto medio in acidi grassi negli oli copia

Prima di concludere questa sezione sugli acidi grassi  cosa interessa ricordare ? (evidenzio in rosso ciò che è indispensabile conoscere a memoria):

  1. per quanto riguarda gli acidi grassi saturi il più importante è l’acido laurico, che ha 12 atomi di carbonio; poi è importante solo sapere che essi hanno catene da C4 sino a C10 (catena corta) e da C12 a C18 (catena lunga). Se si memorizzano i nomi dal C14 al C18 è meglio, ma non è indispensabile.
  2. per quanto riguarda gli acidi monoinsaturi e polinsaturi è necessario conoscere l’acido oleico (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame), l’acido linoleico (18 atomi di carbonio e 2 doppi legami) e l’acido linolenico (18 atomi di carbonio e 3 doppi legami).

TRIGLICERIDI

I trigliceridi sono delle molecole più stabili di quelle degli acidi grassi, e sono formati da un corpo (glicerolo) con tre braccia (acidi grassi). Essi si formano in natura dalla reazione tra una molecola di glicerolo (o glicerina) e tre molecole di acido grasso. Le tre molecole di acido grasso possono essere diverse tra loro o eguali. Nel primo caso si dice che il trigliceride è misto, mentre nel secondo che esso è puro.

Quindi in natura i grassi sono nella forma più stabile dei trigliceridi piuttosto che in quella instabile degli acidi grassi. Quando andiamo dal dottore per fare un controllo ci fa fare l’analisi del sangue, tra cui quella dei trigliceridi, cioè dei grassi che circolano liberi nel nostro sangue.

Quando facciamo il sapone sono i trigliceridi, contenuti negli oli che usiamo, a reagire con la soda.

Ma siccome in realtà la reazione di saponificazione ha due stadi, e nel primo i trigliceridi si rompono e restituiscono gli acidi grassi originari, in pratica a noi, dal punto di vista del sapone interessa solo sapere quanti e quali acidi grassi sono contenuti negli oli, piuttosto che sapere che tipo di trigliceridi stiamo saponificando.

Per riassumere la cosa che ci interessa sapere dei trigliceridi è solo cosa sono e come si trasformano.

GLICEROLO

Il glicerolo, comunemente chiamato glicerina, è un alcool terziario, molto usato in cosmesi per le sue proprietà emollienti ed idratanti. Esso è molto solubile in acqua. Possiede un corpo dotato di tre piccole “braccia”, alle quali si attaccano gli acidi grassi quando si forma un trigliceride. Nella reazione di saponificazione esso si forma naturalmente dai trigliceridi che reagiscono con la soda. Nei saponi industriali la glicerina è completamente assente o presente in minuscole percentuali, in quanto essa viene separata durante la reazione e venduta isolatamente e non inglobata nel sapone.

Nei saponi artigianali fatti con le moderne tecniche “a impasto” invece la glicerina resta completamente inglobata nel sapone conferendogli proprietà particolari che saranno messe in evidenza nel seguito.