PROGETTAZIONE DEL SAPONE

Come facciamo a progettare un sapone da realizzare, cioè quali oli/grassi dobbiamo adoperare, in quali percentuali, quanta soda ed acqua dobbiamo usare e da che temperatura dobbiamo partire con gli ingredienti?

Questa è la domanda cruciale che si pongono tutti coloro che non vogliono limitarsi a scopiazzare le ricette altrui, creando invece le proprie ricette.

Non è facile dare una risposta a questa domanda e credo che non esista una risposta univoca, bensì tante possibili. Qualsiasi olio o grasso facciamo reagire con soda ed acqua esso forma un sapone, che può essere un cattivo sapone oppure un buon sapone.

Un buon sapone da toletta secondo me deve essere solubile, produrre una ottima schiuma, cremosa a sufficienza, non essere troppo aggressivo sulla pelle, cioè avere il pH più basso possibile, ed infine deve formare poca “bavetta” o non formarne affatto (vedi capitolo dedicato alla bavetta). Il profumo è un fatto soggettivo, ma in genere un sapone è apprezzato sopratutto se ha un buon profumo, ed analogamente il suo colore è un abbellimento non indispensabile ma gradito.

Se per motivi vostri, che non mi permetto di sindacare, non volete adoperare olio di cocco ed olio di palma nel vostro sapone allora non avete che una soluzione possibile: fare un sapone che segua questo tipo di ricetta (non occorre che le pesate coincidano al grammo con le percentuali, l’unica cosa che importa è il calcolo esatto della quantità di soda da impiegare):

olio d’oliva 70%, olio di ricino 10% grasso saturo 20%.

L’olio d’oliva fornirà una sufficiente solubilità e schiumosità col suo contenuto elevato di acido oleico, l’olio di ricino contribuirà alla formazione di una schiuma accettabile, mentre il grasso saturo avrà la funzione di rendere cremosa la schiuma del vostro sapone. Non avrete molte alternative, potrete muovervi in un ristretto intervallo nell’intorno di quanto detto, al massimo salire un po’ con la percentuale di grasso saturo e diminuire un po’ quella dell’olio d’oliva.

Se non avete invece nessuna remora ad usare olio di cocco ed olio di palma, magari limitando l’uso all’olio di palma rosso, prodotto in modo sostenibile da piante che crescono spontanee in Africa, oppure, come nel mio caso, a quello prodotto nel circuito RSPO, proveniente da aree non deforestate, allora le possibilità di manovra si allargano.

Innanzitutto per dare solubilità al sapone dobbiamo garantirci al suo interno una consistente percentuale di miscela eutettica (oleato e laurato di sodio): quindi il contenuto percentuale dell’olio di cocco (fornitore di acido laurico) deve essere compreso tra 20% e 60%, a seconda del contenuto in acido oleico degli altri oli che compongono la ricetta.

Il complemento al 100% potrà essere fornito da olio di palma oppure si potrà inserire una piccola percentuale di grassi monoinsaturi (olio d’oliva) nell’intorno del 10% riducendo corrispondentemente l’olio di palma. Gli oli polinsaturi, con i loro doppi legami, sono fonte probabile di processi di irrancidimento, che non sono propriamente dei processi gradevoli, quindi limitiamoli al massimo.

Si può ridurre la percentuale di olio di palma ed introdurre al suo posto, come fonte di grassi saturi un altro grasso saturo o più grassi saturi (burro di karitè, sego di bue, strutto, burro di cacao, ciascuno di questi grassi in quantità inferiori al 10%, al limite sostituendo integralmente l’olio di palma). Ad esempio alcune ricette potrebbero essere le seguenti:

Cocco 45% e palma 55% (schiuma fantastica e cremosissima, ma rapido a consumarsi)

Cocco 60% ed oliva 40% (veramente ottimo e rapido a consumarsi)

Cocco 35% palma 65% (meno schiumoso e cremoso del primo ma più durevole)

Cocco 40%, karitè 10%, sego di bue 10%, strutto 10%, burro di cacao 10%, palma 20%

Come avrete notato non ho inserito l’olio di ricino in queste ricette, dato che di schiuma ce n’è già abbastanza.

Se volete adoperare oli particolari fatelo pure, male non fanno (olio di germe di grano, di macadamia, di canapa, di joioba ecc.) ma fatelo solo se avete soldi da buttar via. I sali di sapone ottenuti da questi oli sono identici a quelli ottenuti utilizzando oli più economici.

Questi tipi di sapone sono per un utilizzo da toletta.

Se volete fare un sapone per barba le regole di base sono sempre le stesse: occorrerà che il sapone sia molto solubile e che faccia molta schiuma, per cui esso deve contenere una buona percentuale di miscela eutettica, cioè, in termini pratici, esso deve essere preparato con almeno un 30% di olio di cocco. Ma non basta, la schiuma ottenuta col pennello, oltre ad essere abbondante, deve anche durare il tempo necessario per completare la rasatura, deve cioè essere cremosa. A tale scopo è necessario inserire in ricetta un’alta percentuale di grassi saturi, oltre a quelli contenuti nell’olio di cocco. La migliore ricetta per questo tipo di sapone a mio avviso è cocco 45% e palma 55% o anche metà e metà.

Per lavare i capelli si può usare il sapone, soprattutto se si hanno i capelli corti: infatti  la glicerina naturalmente presente in esso compatta i capelli rendendoli meno vaporosi e soprattutto le signore non gradiscono questo effetto. Naturalmente dopo il lavaggio è sempre necessario un risciacquo con aceto di mele o limone per ripristinare il pH della pelle alterato dalla basicità del sapone.

In realtà lavare per tanto tempo i capelli col sapone provoca qualche effetto collaterale; lo dico perché ho usato il mio sapone a questo scopo per anni: il sapone è piuttosto basico ed a lungo andare la pelle non gradisce di essere privata del tutto dai grassi naturali del cuoio capelluto, e, per reazione, produce più grassi creando un problema di eccessiva secrezione sebacea.

Per questo consiglio di utilizzare un buon shampoo specificamente dedicato al lavaggio dei capelli.

Da qualche tempo ne utilizzo uno prodotto da due giovani signore molto competenti e preparate che hanno costituito una start-up per la produzione e commercializzazione on line di prodotti cosmetici, in particolar modo shampoo. Conoscendo personalmente da molti anni una di queste signore, mi sento di raccomandare i suoi prodotti: li trovate facilmente cercando NUNIQ sul motore di ricerca di Google.

Per lavare in lavatrice invece occorre una ricetta che, oltre ad essere solubile, non sia troppo schiumosa. Inoltre per la lavatrice è meglio usare un sapone reso “liquido” mediante scioglimento in acqua del sapone solido reso in scaglie (1 parte di sapone e 6 parti di acqua). In questo caso la migliore ricetta è cocco 30% ed oliva 70% che non forma, dopo la riduzione in gel, agglomerati compatti e viscosi, difficili da dosare. Naturalmente il sapone per lavatrice dovrà essere ipersodico e non invece a sconto soda. Per ottenere praticamente questo risultato basterà calcolare la soda come se volessimo ottenere un sapone da toletta e poi aumentarla di un 10% (esempio se la soda calcolata è pari a 130 gr, per un sapone da bucato se ne useranno 130+13=143 gr).

Se volete un programmino semplice di calcolo della quantità di soda e di acqua necessarie per il sapone che avete progettato potete scaricarlo cliccando qui.